L’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA-5), riunita in questi giorni a Nairobi, Kenya, ha adottato una risoluzione per avviare le negoziazioni su un trattato volto a ridurre l’inquinamento originato dai rifiuti plastici, che dovrebbe diventare vincolante a livello internazionale entro il 2024.
Intitolata “End Plastic Pollution: Towards an international legally binding instrument”, la risoluzione riguarda l’intero ciclo di vita della plastiche, dalla produzione al design dei prodotti, fino al loro smaltimento a fine vita e prevede la costituzione, entro quest’anno, di un Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC) con il compito di elaborare una bozza di accordo che sia giuridicamente vincolante per i paesi firmatari, sulla falsariga dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Il documento auspica la necessità di una maggiore collaborazione internazionale per facilitare l’accesso alle tecnologie, l’aumento delle capacità e la cooperazione tecnica e scientifica.
É stato anche deciso che il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) convocherà un forum entro la fine del 2022, aperto a tutte le parti interessate, in concomitanza con la prima sessione dell’INC, per condividere conoscenze e le migliori pratiche implementate nelle diverse parti del mondo.
“La giornata di oggi segna il trionfo del pianeta Terra sulla plastica monouso – ha dichiarato Inger Andersen, Direttore Esecutivo di UNEP -. Questa intesa ambientale multilaterale è la più significativa dalla firma dell’accordo di Parigi. È una polizza assicurativa per questa generazione e per quelle future, che potrebbero arrivare a convivere con la plastica e non subirne le conseguenze”. “Parallelamente ai negoziati su un accordo internazionale vincolante, l’UNEP lavorerà con governi e imprese della filiera per prendere le distanze dalla plastica monouso, mobilitare finanziamenti privati e rimuovere gli ostacoli agli investimenti nella ricerca e in una nuova economia circolare”.
I firmatari della risoluzione sottolineano come la produzione di plastica sia aumentata da 2 milioni di tonnellate nel 1950 a 348 milioni di tonnellate nel 2017, raggiungendo un giro d’affari di 522,6 miliardi di dollari, con una previsione di raddoppio di capacità produttiva entro il 2040. I rischi per la salute e per l’ambiente riguarderebbero l’esposizione a inferenti endocrini, emissioni di CO2 nelle diverse fasi produzione e utilizzo, ingestione da parte della fauna marina e inquinamento degli oceani da rifiuti plastici.
Secondo il documento approvato oggi, il passaggio a un’economia circolare potrebbe ridurre il volume di plastica che finisce negli oceani di oltre l’80% entro il 2040, abbattere del 55% la produzione di plastica vergine e consentire ai governi di risparmiare 70 miliardi di dollari entro il 2040, oltre a ridurre del 25% le emissioni di gas serra e creare 700.000 posti di lavoro aggiuntivi, principalmente nel sud del mondo.