Frequently Asked Question

F.A.Q.

Frequently asked questions

La plastica è un’invenzione recente, figlia della seconda rivoluzione industriale. Il primo materiale plastico, la Parkesine, venne sviluppato nella seconda metà del 19° secolo da Alexander Parkes ma fu con la celluloide, la cui formula fu brevetta dai fratelli Hyatt nel 1870, che i materiali plastici iniziarono ad entrare nella nostra vita di tutti i giorni. Da lì in poi, lo sviluppo dell’industria della plastica ha portato all’invenzione di decine di nuove materie plastiche, dal polietilene al nylon, rivoluzionando completamente l’approccio dell’uomo alla creazione di oggetti. La plastica è così diventata, soprattutto dal dopoguerra in avanti, uno dei materiali che maggiormente vengono utilizzati per creare gli oggetti che definiscono la società moderna. Tuttavia, la diffusione delle materie plastiche non è stata solamente un bene. Essendo infatti un materiale non direttamente biodegradabile, se non viene riutilizzata, riciclata o recuperata, causa gravi danni all’ambiente e alla salute umana. È proprio per questo motivo che la plastica ha smesso di essere concepita solamente come una risorsa ed ha iniziato ad essere trattata anche come una sfida che deve essere affrontata. L’industria del riciclo dei rifiuti in plastica nasce come risposta a questo problema.

Non esiste solamente un tipo di plastica. Infatti, essendo creati artificialmente, esistono molti materiali plastici, per questo sarebbe più corretto parlare di materie plastiche invece che di plastica. Ma quante ne esistono? E come vengono utilizzate?

Nel 1988 la Società dell’Industria della Plastica ha istituito il “Resin Identification Coding System”, un sistema ideato per classificare in modo più chiaro i prodotti in plastica e, di conseguenza, migliorarne il riciclo. Questo sistema prevede 7 simboli diversi che vengono applicati ai prodotti in plastica ed ognuno di questi simboli indica una tipologia di materiale plastico ed anche la facilità con cui possono essere riciclati, dove 1 indica che sono facilmente riciclabili e 7 che sono difficilmente riciclabili.

I simboli sono i seguenti:

  1. Polietilene tereftalato
  2. Polietilene ad alta intensità
  3. Polivinilcloruro (PVC)
  4. Polietilene a bassa intensità
  5. Polipropilene
  6. Polistirene
  7. Altro

Esistono quindi 7 tipologie di materiali plastici differenti e proprio in base alle loro caratteristiche uniche vengono utilizzate per scopi diversi.

  1. Il polietilene tereftalato viene applicato nella produzione di bottiglie, pellicole, tubi, vaschette e contenitori.
  2. Il polietilene ad alta intensità viene applicato nella produzione di flaconi, giocattoli, tappi e tubi.
  3. Il polivinilcloruro viene applicato nella produzione di serramenti, pellicola rigida e plastificata per imballaggi, dischi fonografici e tubi per l’edilizia.
  4. Il polietilene a bassa intensità viene applicato nella produzione di imballaggi in plastica, scivoli. Parti hardware di computer e contenitori e vaschette per il cibo.
  5. Il polipropilene viene applicato nella produzione di componenti per autovetture (cruscotti e paraurti), reti antigrandine, bicchierini e capsule in plastica per il caffè, aeromodelli dinamici e tubazioni.
  6. Il polistirene vene applicato nella produzione di posate e piatti in plastica, barattoli in plastica, modellini e porta targhe e porta cd in plastica.
  7. Tutte le altre tipologie di materie plastiche vengono utilizzate per molti altri scopi, a seconda della loro natura o dalla combinazione di plastiche diverse.

Non esiste quindi un limite alle quantità di materie plastiche che possono essere sintetizzate e alle loro applicazioni, ma vanno di pari passo allo sviluppo della nostra società.

Definizioni utili:

Quando si tratta di raccolta, riciclo e trasformazione di rifiuti in plastica è importante sapere esattamente di cosa si parla, essendo questa una materia complessa e minuziosamente regolata. Per questo motivo, il Decreto Legislativo 3 Aprile 2006 n.152 contiene un insieme di definizioni all’articolo 183 che fanno chiarezza sui termini che vengono normalmente utilizzati per descrivere le attività di raccolta, riciclo e trasformazione di rifiuti in plastica. Riportiamo qui alcune delle più significative.

Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi.

La raccolta, il trasporto, il recupero, compresa la cernita, e lo smaltimento dei rifiuti, compresi la supervisione di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento, nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o intermediari. Non costituiscono attività di gestione dei rifiuti le operazioni di prelievo, raggruppamento, selezione e deposito preliminari alla raccolta di materiali o sostanze naturali derivanti da eventi atmosferici o meteorici, ivi incluse mareggiate e piene, anche ove frammisti ad altri materiali di origine antropica effettuate, nel tempo tecnico strettamente necessario, presso il medesimo sito nel quale detti eventi li hanno depositati.

Il prelievo dei rifiuti, compresi la cernita preliminare e il deposito preliminare alla raccolta, ivi compresa la gestione dei centri di raccolta di cui alla lettera “mm”, ai fini del loro trasporto in un impianto di trattamento.

La raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo ed alla natura dei rifiuti al fine di facilitarne il trattamento specifico.

Qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti.

Qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Include il trattamento di materiale organico ma non il recupero di energia né il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento.

Operazioni di recupero o smaltimento, inclusa la preparazione prima del recupero o dello smaltimento.

Qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, all’interno dell’impianto o nell’economia in generale. L’allegato C della parte IV del presente decreto riporta un elenco non esaustivo di operazioni di recupero.

Qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando l’operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia. L’Allegato B alla parte IV del presente decreto riporta un elenco non esaustivo delle operazioni di smaltimento.

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