L’Istituto di statistica europeo ha appena diffuso i dati sul gettito delle imposte ambientali del 2022 nella Ue, con una perdita secca di 13 miliardi di euro pari ad un calo del 4% rispetto ai volumi del 2021. I tributi ambientali ricadono nelle seguenti aree: energia, trasporti, inquinamento e risorse naturali.
L’Italia tra i Paesi Ue si è collocata dal terzo posto come volume di entrate (quasi 45 miliardi di euro) dopo Germania e Francia.
Il calo delle entrate 2022 (317,2 miliardi di euro rispetto ai 330,2 miliardi di euro del 2021) è dovuto principalmente al gettito legato ai prodotti energetici. Nel 2022 le imprese hanno generato la maggior parte del volume del prelievo dei tributi ambientali, il 52% del totale con un contributo arrivato essenzialmente da aziende del settore manifatturiero, edile, minerario e dei servizi pubblici (26%) e dal settore dei servizi (24%). Le famiglie sono state responsabili per il 45% del totale.
Le rilevazioni statistiche sono state elaborate tenendo conto dei dati raccolti ai sensi della specifica normativa Ue (regolamento 691/2011/Ue). Come affermato dal glossario del sistema europeo dei conti nazionali e regionali (European system accounts — Esa 2010) un’imposta ambientale si caratterizza per avere la sua base impositiva in una grandezza fisica che ha provate conseguenze negative sull’ambiente.