Un recete studio pubblicato dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre ha evidenziato come la complessità burocratica italiana e i debiti commerciali della Pubblica Amministrazione verso i propri fornitori, sono costati solo nel 2020 109 miliardi di euro.
“Queste cifre – si legge nello studio – sono la dimostrazione che le nostre aziende, soprattutto quelle di piccola dimensione, a causa di una burocrazia cieca e ottusa subiscono dei danni economici ingiustificabili; per molti, infatti, adempiere a procedure e scadenze è diventata un’impresa impossibile. […] Si pensi che l’anno scorso, i mancati pagamenti nei confronti delle imprese che hanno lavorato per lo Stato ammontavano a 10 miliardi di euro.”
Una indagine, quella della CGIA, che riprende quella già effettuata nel 2019 dal Parlamento Europeo “Business attitudes towords corruption in the EU”. “La complessità delle procedure amministrative in capo alle aziende costituisce un problema per quasi 9 imprenditori italiani su 10. Nessun altro paese dell’Area dell’Euro ha registrato uno score peggiore del nostro. Rispetto alla media dei 19 Paesi monitorati, l’Italia sconta un differenziale di ben 18 punti percentuali in più”.
Una situazione evidenziata anche dallo stesso Consorzio C.A.R.P.I., che attraverso la serie di interviste pubblicate ne “La Parola alle Aziende” ha raccolto numerose testimonianze da parte degli stessi imprenditori e attori della Filiera del riciclo meccanico della plastica italiana, i quali parlano chiaramente delle difficoltà date dalla continua burocratizzazione, invocando maggiori semplificazioni.
“Il coacervo di norme, di regolamenti e di disposizioni varie presenti in tutti i settori”, prosegue la nota, “continua a ingessare il Paese, rendendo la vita impossibile soprattutto a coloro che vogliono fare impresa. E mai come in questo momento, oltre a riformare la nostra Amministrazione statale sarebbe necessario semplificare il quadro normativo, riducendo il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, ricorrendo ai testi unici, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti sempre più onerosi.”