È stato da poco pubblicato dalla Circle Economy Foundation il “Circularity gap report”, uno studio approfondito sull’economia circolare a livello mondiale. Stando a quanto emerge dal report, il tasso di circolarità globale è sceso dal 9,1% al 7,2% dal 2018 al 2023, implicando che quasi il 93% dell’economia mondiale si affida ancora a modelli economici lineari che estraggono materie prime vergini, le usano e poi le gettano via. In Europa, non è che vada tanto meglio: il tasso medio di circolarità è dell’11,5%. L’Italia continua ad essere nel mondo una leader in termini di tasso di circolarità, raggiungendo quasi il 19%, ma il dato risulta essere in calo da due anni consecutivi e gli sforzi di alcuni singoli stati virtuosi come il nostro non sono chiaramente sufficienti.
Infatti, i numeri con cui il rapporto ha misurato la pressione dell’uomo sui sistemi naturali fanno paura: solamente negli ultimi sei anni sono stati consumati più di 580 miliardi di tonnellate di materiali, cifre spaventose se si tiene in considerazione che nell’intero 20° secolo erano state consumate 740 miliardi di tonnellate. Ancora una volta viene quindi confermato l’enorme divario che separa tutti quelli che parlano di economia circolare ed i pochi che la fanno realmente.