L’ottava Commissione della Camera, la Commissione per l’ambiente, il territorio e i lavori pubblici, e la tredicesima Commissione del Senato, la Commissione per il territorio, l’ambiente ed i beni ambientali, hanno discusso nelle ultime settimane degli emendamenti alla parte IV del Decreto Legislativo n°152 del 2006 che si erano resi necessari dopo quelli che erano stati apportati allo stesso testo con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n° 116 del 2020 che, pur avendo portato importanti novità, era risultato anche essere una fonte di preoccupazioni per gli operatori del settore.
Le due Commissioni hanno richiesto al Consorzio C.A.R.P.I., in quanto esperto in materia ed attore importante all’interno della filiera del riciclo in Italia, di esprimere la propria opinione sugli emendamenti proposti e di presentare il proprio punto di vista alle audizioni delle rispettive Commissioni.
Il Consorzio, nella figura di Maicol Trevisanato di concerto con Alfeo Mozzato, ha espresso davanti alle due Commissioni un parere negativo a proposito dello schema di Decreto proposto.
Innanzitutto, il Consorzio ha fatto notare che questo non sia il momento adatto per modificare il D.Lgs 152/2006 essendo stata recentemente pubblicata una proposta di regolamento europeo sugli imballaggi ed i rifiuti da imballaggi che, andando a sostituire l’attuale Direttiva imballaggi, inevitabilmente comporterà delle ulteriori modifiche alla parte IV del Testo Unico Ambientale (TUA). Inoltre, visto che il D.lgs 152/2006 è già stato modificato 4 volte nel solo 2022 e visto che il D.lgs 116/2020 ha portato con sé non solo una gran confusione a livello interpretativo ed applicativo ma anche diversi errori e contraddizioni, sarebbe più corretto optare per una modifica più organica del TUA invece di continuare a preferire “interventi cerotto” che, per quanto frequenti, risultano comunque essere incompleti. Piuttosto, nel caso in cui ci fosse l’intenzione di apportare tempestivamente delle modifiche alla parte IV del D.lgs 152/2006, sarebbe opportuno partire dallo snellimento della burocrazia in materia di gestione dei rifiuti che, rallentando la filiera italiana del riciclo, non le permette di competere con i concorrenti stranieri.
Il Consorzio ha quindi comunicato alle due Commissioni che teme che le modifiche proposte non facciano altro che peggiorare una situazione legislativa che invece richiede trasparenza, competenza e semplificazione di norme. In particolare, il Consorzio ci ha tenuto a specificare la propria posizione riguardo alle conseguenze dell’introduzione del nuovo articolo 221-bis all’interno del TUA. Il 221-bis ha, infatti, dato il via alla proposta di nascita di svariati sistemi autonomi, alternativi ai Consorzi di filiera, che hanno tolto centralità al CONAI e agli altri Consorzi di filiera. C.A.R.P.I. ritiene che dovrebbe essere ripristinata e rispettata la funzione data al Conai ed ai Consorzi di filiera poiché il loro ruolo di coordinamento e coesione sembra esser venuto meno negli ultimi anni ed è invece necessario evitare che si venga a creare un’eccessiva frammentazione delle competenze e delle gestioni. In questo contesto, i commenti e gli interventi portati avanti da questi sistemi a proposito delle proposte di modifica contenute nell’Atto di Governo trasmesso invece risultano non solo non conformi al dettato legislativo, ma anche chiaramente guidati da soggettività ed interessi personali, che se accettati finirebbero con il danneggiare irrimediabilmente un sistema che richiede invece un coordinamento ed una gestione centralizzata.