L’EEA, l’Agenzia Europea dell’Ambiente, ha recentemente pubblicato uno studio sulla gestione della plastica non da imballaggio in Europa. Il termine “plastica non da imballaggio” si riferisce ad un insieme di materiali plastici che non vengono utilizzati nella produzione di imballaggi in plastica ma che, invece, vengono adoperati nella produzione di altri beni in plastica come automobili, edifici, prodotti tessili ed elettronici e molti altri ancora.
Il messaggio principale contenuto all’interno di questo report è che nel 2021 l’Unione Europea, insieme a Regno Unito, Norvegia e Svizzera, ha consumato più di 50 milioni di tonnellate nel 2021 e solamente il 39% è stato utilizzato per creare imballaggi in plastica, mentre il restante 61% è stato utilizzato tra edilizia e costruzioni (21%), industria automobilistica (9%), apparecchiature elettriche ed elettroniche (7%), articoli per la casa (4%), agricoltura (3%) e “altri” (17%) (Plastics Europe, 2022). Tutto ciò risulta essere problematico poiché l’impiego di tutta questa plastica non utilizzata per la creazione di imballaggi, che secondo altre stime arriva ad essere addirittura il 74% del totale (Hsu et al., 2021), non è regolamentato e gestito nella stessa misura in cui l’UE ha regolamentato e ricicla gli imballaggi in plastica (si pensi anche solo alla proposta di regolamento sugli imballaggi ed i rifiuti da imballaggi recentemente pubblicata). Non sappiamo quindi esattamente quanti siano questi prodotti in plastica non impiegati come imballaggi, poiché non vengono monitorati, né li ricicliamo in modo tale da evitare che siano una minaccia per l’ambiente e la nostra salute, poiché non esistono obiettivi o politiche europee a riguardo. Risulta quindi necessario intervenire al più presto dal momento che l’attuale situazione peggiorerà nei prossimi decenni se non sarà affrontata in maniera appropriata attraverso azioni mirate.