E’ stato pubblicato da Greenreport un testo destinatogli dal presidente di Confservizi Cispel Toscana in merito alle evidenti problematiche che sono emerse in riferimento all’effettiva compostabilità delle bioplastiche all’interno degli impianti industriali e delle criticità che provocano una volta che rientrano all’interno del circuito di recupero della frazione organica “tradizionale”. Riportiamo di seguito il testo.
“Le iniziative dell’industria produttrice e della grande distribuzione in materia di sostituzione di prodotti in plastica con prodotti in “bioplastica” compostabile sono frutto di scelte unilaterali delle stesse società, e non sono state coordinate con i gestori e con le autorità di regolazione del servizio.
Il conferimento di materiali in bioplastica di caratteristiche diverse tra loro all’interno del circuito dei rifiuti organici compostabili presenta alcune criticità: la non facile comprensione da parte dell’utente della tipologia di plastica (a volte si confonde la plastica riciclabile o riciclata con quella compostabile, oppure i prodotti in carta e cartone plastificati), le diverse condizioni di compostaggio (tempi, temperature e umidità), i diversi tempi di compostaggio industriale fra i prodotti in bioplastica flessibile, quelli in bioplastica rigida ed i rifiuti organici, l’oggettiva difficoltà in fase di compostaggio di gestire bioplastiche con spessori e forme diverse (uno shopper è diverso da una posata!). Tutti aspetti tecnici che avrebbero consigliato un preventivo coordinamento delle scelte dei produttori di manufatti e i gestori delle fasi di raccolta e compostaggio, per evitare incomprensioni e difficoltà.
È evidente che il circuito di raccolta dei rifiuti organici è concepito per raccogliere ed avviare a recupero questo tipo di materiali e non è predisposto per assorbire quote crescenti di altri manufatti che non siano i sacchetti in bioplastica in cui vengono conferiti i rifiuti organici.
In fase di compostaggio la presenza di bioplastiche con tempi di degradazione superiori a quelli del materiale organico comporta la potenziale difficoltà al successivo utilizzo del compost per la visibile presenza, talvolta, di frazioni bioplastiche non completamente compostate e rispetto alle quali non è semplice spiegare agli utilizzatori finali che si tratta di rifiuti in fase di degradazione, né tanto meno agli enti preposti al controllo, che in presenza di queste frazioni sopra ad una certa tolleranza nel compost non possono che considerarlo fuori specifica.”
Fonte: Greenreport