In data 7.10.2021 si è tenuto un webinar in supporto al libro “The plastic paradox, facts for a brighter future” scritto da Chris DeArmitt, consulente di materie plastiche, che ha passato più di 1000 ore nella lettura di migliaia di articoli scientifici nel tentativo di trovare la verità inerente alla plastica e al suo reale impatto sull’ambiente.
Colpito dall’inesattezza delle informazioni fornite alle figlie a scuola inerenti al tema delle plastiche, ha iniziato a ricercare studi scientifici che provassero oggettivamente il reale impatto delle plastiche. Per le sue riflessioni ha iniziato considerando cinque punti comunemente accettati:
- La plastica è un male per l’ambiente, quindi bisogna sostituirla;
- La plastica porta a un problema di rifiuti, quindi bisogna utilizzare meno plastica;
- La plastica impiega più di 1000 anni per degradarsi, quindi bisogna individuare opzioni più degradabili;
- La plastica produce rifiuti, quindi bisogna sostituirla con carta e materiali degradabili;
- Le microplastiche in oceano danneggiano gli organismi marini, quindi bisogna vietare gli articoli usa e getta di plastica.
Il primo passo nel suo studio è stato quello in raccogliere informazioni sui sacchetti di plastica vista la grande esposizione mediatica di questo argomento negli ultimi anni. Per trovare delle risposte sulla sostenibilità o meno di questo prodotto si è affidato all’analisi di studi LCA (Life Cycle Assessment). Ad oggi questa metodologia risulta essere l’unico standard riconosciuto ed accettato a livello internazionale per la determinazione di quello che è realmente buono o meno per l’ambiente. Questo studio considera tutte le fasi del ciclo di vita di un certo prodotto considerando tutti gli input (materie prime ed energia) e gli output (emissioni in aria, acqua e suolo, sottoprodotti e smaltimento). Da questa ricerca è risultato come, al contrario di quanto si crede, i sacchetti di plastica risultino essere la scelta più sostenibile a confronto di sacchetti di carta o di cotone.
Partendo da questa prima considerazione, ha iniziato a trattare molti altri aspetti, concentrandosi principalmente su argomenti conosciuti e dibattuti negli ultimi tempi. Tra i diversi temi indagati dallo scienziato vi sono l’impatto dei rifiuti in mare sulla fauna ittica, dimostrando che in realtà questo risulta essere molto basso, se non inesistente; i danni provocati dalle microplastiche, che alcuni dati indicano avere persino, in certe condizioni, un effetto protettivo assorbendo le tossine in mare e proteggendo gli animali marini; la produzione di rifiuti, la quale colpa sostiene essere principalmente legata al comportamento dell’uomo e a una sua incorretta educazione in merito, fino a considerare il tema della degradazione della plastica, che in maniera errata si crede essere di innumerevoli anni quando invece, se non stabilizzata e trattata, risulta essere di un paio di anni a condizioni atmosferiche.
Da questa panoramica di informazioni è possibile evincere quanto spesso sia errato ciò che viene comunicato al pubblico. Inoltre è stata più volte evidenziata l’importanza di presentare considerazioni sostenute da articoli e studi scientifici, che nella maggior parte dei casi invece non sono presentati o citati.
Per maggiori informazioni ed approfondimenti: https://plasticsparadox.com/