Pubblichiamo di seguito la lettera che è stata inviata dal presidente del consorzio C.A.R.P.I., Luciano Pazzoni, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato della Repubblica e al Presidente della Camera dei Deputati, in occasione della festa del 1° maggio.
Egregi
Presidente della Repubblica
Presidente del Consiglio dei Ministri
Presidente del Senato della Repubblica
Presidente della Camera dei Deputati
E’ in occasione della imminente festa del Lavoro che vi scrivo, e con l’amarezza di imprenditore e presidente del Consorzio C.A.R.P.I. (consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia), anche dopo aver letto le misure contenute nel DPCM del 26 aprile le quali, spero, pongano fine all’incertezza nella quale continuiamo a condurre le nostre vite e la nostra attività lavorativa.
Desidero con l’occasione ricordarvi che il comparto che rappresento, malgrado la pandemia, ha continuato anche se con enorme difficoltà a lavorare. Queste aziende non hanno mai smesso, nonostante l’emergenza in cui ci troviamo, di portare avanti il loro fondamentale lavoro di gestione, trasformazione e valorizzazione dei rifiuti speciali in plastica. Sono aziende la cui opera è stata più volte richiamata come attività di pubblico interesse, utilità e soprattutto necessità, sono aziende che non si sono arrese e che hanno continuato a prestare servizio al Paese.
Se fosse stato altrimenti, ovvero la nostra chiusura, si sarebbe venuta a creare una pandemia dei rifiuti.
E’ proprio in questa circostanza che desidero ricordarvi che si tratta di aziende dalla grande tradizione storica e che fin dalla loro nascita hanno sempre attuato ciò che ora si usa chiamare “economia circolare”, tematica di cui troppi ne stanno discutendo e scrivendo; in realtà solo pochi hanno avuto la lungimiranza di visitare e conoscere gli anelli più importanti della catena di questa “economia circolare”, le aziende della filiera del riciclo.
Siamo quelle aziende che l’estero tanto ci invidia, per storicità, tecnologia, investimenti, ma che l’Italia forse non apprezza, e valorizza.
Siamo quelli della plastica che per ignoranza di pochi è diventata il male del secolo; però, in questa pandemia, la plastica con il suo utilizzo ha salvato molte vite.
Ecco, ci piace pensare che, in particolare quest’anno, la festa del lavoro sia in realtà la festa dei lavoratori e delle imprese, desiderosi di ripartire con ancora più determinazione e forza dopo questo periodo complesso e difficile; periodo dal quale, speriamo, le aziende di questo settore possano, nel prossimo futuro, finalmente ricevere l’ascolto, l’apprezzamento e la valorizzazione che meritano per il ruolo che ricoprono, come accade in altri paesi dell’ Europa.
Buon primo Maggio.
Luciano Pazzoni