In situazione di emergenza sanitaria come quella attuale, le regole igieniche che il Coronavirus impone stanno spingendo verso un maggiore utilizzo di plastica usa-e-getta. Ciò vale soprattutto per frutta e ortaggi venduti nei supermercati, ma anche il pane: nei negozi e nei supermercati stanno trovando un rilancio i prodotti confezionati contro quelli sfusi, anche se sono ancora in difficoltà di mercato i bicchierini e le posate di plastica.
Le campagne a favore dei prodotti sfusi avevano precedentemente conquistato molti consumatori, ma le abitudini igieniche modeste di molte persone scoraggiano il “servizio fai-da-te”.
Non si tratta solamente dei pericoli che possono essere nascosti nel fiato dei clienti che passano sopra i prodotti esposti, ma soprattutto delle brutte abitudini di toccare gli alimenti senza usare i guanti, oppure, se si usano i guanti usa-e-getta, di leccare la punta delle dita per poterli aprire più agevolmente.
In Italia si immettono annualmente sul mercato circa 2,3 milioni di tonnellate di imballaggi di plastica (2,29 nel 2018), rappresentati per il 44% da imballaggi flessibili (sacchetti, pellicole e così via) e per il 56% da imballaggi rigidi (scatole, bottiglie e così via).