Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, ha presentato oggi i dati aggiornati sulla gestione 2021, che mostrano «costanti progressi nei dati della raccolta e dell’avvio a riciclo degli imballaggi in plastica», come dichiara il presidente Corepla Giorgio Quagliuolo.
Nell’ultimo anno il consumo di imballaggi pieni, corrispondente al quantitativo di imballaggi potenzialmente disponibile per la raccolta sul territorio nazionale, risulta pari a 2,3 milioni di tonnellate (+3,8% sul 2020), ma i volumi risultanti dalle dichiarazioni Cac che si assumono essere equivalenti all’immesso al consumo di pertinenza Corepla sono state pari a 1,86 mln di ton (-2,7%).
Al contempo la raccolta differenziata, inclusiva di quella di competenza dei sistemi autonomi, è stata pari a 1.475.747 tonnellate (+3%) ed è risultata composta per il 90,5% da imballaggi in plastica (1.335.181 t) e per il restante 9,5% dalle frazioni estranee (128.447 t) e neutre (12.119 t)
La raccolta differenziata rappresenta però non un obiettivo in sé, ma uno strumento funzionale al riciclo: lo scorso anno sono state dunque avviate a riciclo 684.615 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica, prevalentemente provenienti da raccolta differenziata urbana; alle cifre della gestione consortile vanno poi aggiunti i quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle attività commerciali e industriali (299mila tonnellate) per un riciclo complessivo di oltre 1,02 mln di ton (54,9%).
E il resto? Corepla ha avviato a recupero energetico 314.964 tonnellate, che sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili – per l’85,8% nei cementifici (47,3% in Italia e 38,5% all’estero) e per il restante 14,2% nei termovalorizzatori, prevalentemente del nord Italia –, dato cui vanno aggiunte quasi 93mila ton di frazione estranea bruciata; in discarica sono finite invece altre 143.206 ton di rifiuti. Come precisano però da Corepla, i volumi riportati per recupero energetico e discarica «si riferiscono alla gestione Corepla e quindi non sono inclusivi dei volumi di plasmix in carico ad altri sistemi autonomi e ai Css». Il computo finale dunque è maggiore.
«I rifiuti di competenza Corepla costituiti dalla frazione estranea della raccolta differenziata monomateriale e dalla quota parte di imballaggi in plastica residuati dal processo di selezione della raccolta differenziata che non sono attualmente riciclabili meccanicamente (cd. plasmix), vengono avviati a recupero energetico e, in parte residuale, a smaltimento in discarica – aggiungono dal Consorzio – Prosegue il trend in diminuzione del quantitativo avviato a termovalorizzazione sostanzialmente riconducibile a scelte tecniche operate da parte dei gestori. A causa di tali situazioni, gli spazi dei termovalorizzatori dedicati ai rifiuti speciali, quali sono i residui derivanti dalla selezione della raccolta differenziata, sono diminuiti per lasciare spazio ai rifiuti urbani provenienti dalle regioni in emergenza. A ciò si aggiunge una evidente mancanza di capacità installata rispetto alla richiesta di termovalorizzazione nazionale».
Per far fronte a questa carenza, Corepla ha messo in campo molteplici iniziative volte a esplorare soluzioni tecnologiche più avanzate rispetto alla termovalorizzazione, come nel caso del “progetto gassificazione”: «Anche nel 2021 è proseguita l’attività di collaborazione con il gruppo Eni per lo studio della tecnologia della gassificazione per trasformare il plasmix in idrogeno o in metanolo – spiega Corepla – È inoltre stata sviluppata la collaborazione, avviata nel 2020, con la società Nextchem, del gruppo Maire Tecnimont, per approfondire la possibilità di trasformare il plasmix in idrogeno e in ossido di carbonio o in etanolo».
Per quanto riguarda invece il profilo economico, i conti Corepla mostrano nel 2021 – anno caratterizzato da una forte impennata nei prezzi delle materie prime, e dunque anche delle materie prime seconde – un andamento florido, al contrario di quanto avvenuto negli anni precedenti.
Per Corepla infatti il bilancio 2021 si chiude con un avanzo pari a 185,5 milioni di euro, e ricavi totali in aumento di 155 milioni di euro rispetto al 2020: quelli legati al Contributo ambientale (Cac) sono scresciuti di 91 milioni di euro, mentre i ricavi da vendite per l’avvio a riciclo registrano un aumento di 72 milioni di euro «dovuto ad una crescita esponenziale dei prezzi unitari di vendita dei prodotti all’asta». In questo contesto, a parziale copertura dei maggiori oneri per la raccolta differenziata, il corrispettivo riconosciuto da Corepla ai Comuni italiani o ai loro operatori delegati ha toccato quota 375 milioni di euro.