Il Politecnico di Milano ha recentemente pubblicato l’edizione 2023 del Circular Economy Report dove ha cercato di analizzare la diffusione dell’economia circolare in Italia attraverso dei sondaggi che hanno coinvolto ampi settori della nostra economia.
I risultati tracciano un profilo poco coerente dell’economia circolare italiana. Infatti:
il 40% delle aziende intervistate, soprattutto le più piccole, ha risposto che non ha nessuna intenzione di adottare pratiche di economia circolare né ora né in futuro;
il 70% delle imprese intervistate ha dichiarato di essere ancora all’inizio di un processo di miglioramento delle proprie performance di sostenibilità
Dunque se da una parte l’Italia è penultima in Europa per gli investimenti privati in questo settore, dall’altra si conferma un Paese con un’impronta di carbonio pro capite più bassa della maggior parte delle altre maggiori economie europee e con un alto tasso di utilizzo di materiali riciclati in sostituzione delle risorse vergini.
Il riciclaggio, ancora una volta, si conferma quindi una delle attività principali dell’economia circolare italiana, trainando gli altri settori, e mascherando così anche i loro limiti e difficoltà.
Il report ha infine evidenziato, come ormai si sa da anni, che i maggiori freni alla crescita della green economy in Italia sono dovuti agli elevati costi d’investimento per le tecnologie utilizzate in questa filiera e per la complessità e la lentezza del sistema burocratico Italiano.