Dopo il Parlamento, lo scorso 25 marzo 2024 anche il Consiglio europeo ha approvato in via definitiva l’atto di restyling delle regole sulle spedizioni dei rifiuti che sostituirà il regolamento 1013/2006/Ce.
Il provvedimento, che dopo la firma del Presidente del Parlamento europeo e di quello del Consiglio Ue andrà in Gazzetta ufficiale, prevede il divieto dell’esportazione dei rifiuti di plastica non pericolosi verso Paesi non appartenenti all’OCSE, anche se con possibile deroga su richiesta degli stessi Paesi; dall’altra parte l’esportazione verso Paesi Ocse sarà consentita nel rispetto della procedura di previa notifica scritta e consenso (“PIC”).
Il regolamento vieta inoltre le spedizioni di tutti i rifiuti destinati allo smaltimento all’interno dell’Unione, a meno che non siano concordati e autorizzati mediante la procedura di notifica e autorizzazione preventiva scritta.
Le spedizioni intra-Ue di rifiuti per operazioni di recupero che rientrano nella categoria della “lista verde” continueranno a essere consentite attraverso la procedura meno rigorosa stabilita negli obblighi generali di informazione.
È inoltre prevista la completa digitalizzazione delle procedure relative alle movimentazioni dentro i confini dell’Ue: entro il 2026 tutti gli adempimenti verranno fatti confluire in un sistema centralizzato in capo alla Commissione europea, con tempi scadenzati per la richiesta di informazioni e il rilascio delle autorizzazioni da parte degli enti competenti.
Sempre in tema di semplificazioni la riforma rafforza anche l’istituto delle pre-autorizzazioni, fin qui poco utilizzato, che consente agli impianti di recupero localizzati in un determinato paese di ricevere rifiuti dall’estero con procedure più snelle: in questo caso l’obiettivo è quello di facilitare lo scambio tra Stati membri rafforzando il mercato interno dei rifiuti recuperabili, mentre l’avvio a smaltimento in un altro paese Ue verrà consentito solo in circostanze ben motivate e in ogni caso nel rispetto della procedura di notifica e approvazione.