Il nuovo rapporto “L’Italia del Riciclo” presentato la scorsa settimana dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha confermato quanto la filiera del riciclo sa già da tempo: con un tasso del 72% di riciclo dei rifiuti, sia urbani che speciali, l’Italia si colloca ancora una volta tra le eccellenze europee di quest’ambito, svettando ampiamente sopra la media UE del 53%. I rifiuti e la loro gestione non solo solamente una necessità per il funzionamento della nostra società ma anche un elemento essenziale dell’economia, fonte rinnovabile di risorse per le imprese e l’industria, e strumento efficace di sostenibilità contro il riscaldamento globale.
Il report si limita a confrontare le 5 principali economie europee (Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia) e non include quindi paesi più piccoli, come Belgio e Paesi Bassi, che pure eccellono in questi settori. Il quadro che emerge dal rapporto è molto positivo, sebbene i dati siano già noti agli addetti ai lavori:
A livello pro-capite, è l’Italia ad avviare ad operazioni di riciclo più rifiuti: quasi 970 kg per abitante nel 2020;
Il tasso di utilizzo circolare di materia nel 2021 è stato del 18,4%, in calo però rispetto al 2020, posizionandoci così dopo la Francia;
Per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti d’imballaggio, con un tasso quasi del 72%, ovvero 10,4 milioni di tonnellate di rifiuti d’imballaggio riciclati su 14,5 milioni di tonnellate di immesso al consumo, l’Italia ha già superato gli obiettivi UE per il 2025 ed il 2030. Allo stato attuale, solamente la filiera del riciclo della plastica deve ancora raggiungere gli obiettivi europei del 2025 ma è probabile che ci riesca già l’anno prossimo.
Bene anche il riciclo dell’organico, che nel 2021 ha permesso di generare 2,1 milioni di tonnellate di compost e oltre 406 milioni di metri cubi di biogas, utilizzati poi per la produzione di energia elettrica e termica.