Attraverso il gruppo interno Plastics Recycling Branch (EPRB), EuRIC, la federazione della filiera europea del riciclo, ha preso posizione sulle iniziative da prendere a livello UE per favorire la competitività e l’innovazione nel riciclo di materie plastiche, settore oggi sotto pressione a causa della domanda debole, dei bassi prezzi dei materiali riciclati e delle importazioni extra-UE, spesso caratterizzate da standard ambientali e di sicurezza non in linea con quelli europei, tanto da configurarsi al pari di una concorrenza sleale.
Secondo l’associazione, nel 2023 solo il 13,4% delle materie plastiche utilizzate nell’UE proveniva da riciclo post-consumo; al fine di raggiungere l’obiettivo di un’Europa climaticamente neutra entro il 2050, è quindi necessario aumentare in modo rilevante la capacità di gestione dei rifiuti plastici in maniera circolare.
Quella presentata da EuRIC è una roadmap in cinque punti che ricalca in molti aspetti le posizioni prese da altre associazioni di settore:
- Attuazione rapida degli obiettivi obbligatori per il contenuto riciclato per stimolare la domanda di materiali riciclati e garantire così gli investimenti necessari per ampliare la capacità di riciclo in Europa, tutelando il settore da importazioni non conformi tramite regole di equivalenza.
- Introduzione di incentivi economici e fiscali per colmare il divario di prezzo tra plastica vergine e riciclata, anche tramite la riduzione dell’IVA ridotta per i prodotti riciclati e una modulazione eco-sostenibile delle tariffe di Responsabilità Estesa del Produttore.
- Obiettivi obbligatori di raccolta e design per il riciclo per migliorare la quantità e qualità dei rifiuti raccolti e il loro riutilizzo, aumentandone così la riciclabilità.
- Creazione nell’UE di un mercato funzionante per la plastica riciclata, stabilendo criteri armonizzati di EoW al fine di consentire una reintroduzione efficace nel ciclo produttivo dei prodotti riciclati di alta qualità.
- Bilanciamento tra misure precauzionali e gestione responsabile dei rischi per evitare che limiti troppo restrittivi sulle sostanze riducano drasticamente la capacità del settore di riciclare materiali in modo sostenibile.