Da quanto emerge dal convegno “Nuovi scenari macroeconomici: sfide, opportunità e risposte delle aziende” promosso da EY e Oxford Economics e in corso presso l’EY wavespace di Roma, i dazi sono visti innescare un forte rallentamento a livello globale, ma per ora senza una recessione:
- Scenario macroeconomico internazionale: Oxford Economics stima un tasso di crescita del PIL dello 0,9% nel 2025 e 2026 per l’Eurozona; Stati Uniti e Cina segneranno rispettivamente +1,5% e +4.3% quest’anno.
- Scenario macroeconomico italiano: secondo le stime EY, la crescita del PIL sarà pari a 0,4% nel 2025 e 0,7% nel 2026, trainata dai consumi privati sostenuti da un mercato del lavoro in ripresa.
Secondo le stime di EY, il PIL italiano è atteso crescere, nel 2025 e 2026, rispettivamente dello 0,4% e 0,7%, supportato principalmente da una ripresa dei consumi privati. Tuttavia, in virtù dell’attuale incertezza geopolitica e commerciale, è previsto un potenziale impatto negativo sul PIL cumulato al 2026 fino a 1,1 punti percentuali. Per l’Eurozona, Oxford Economics stima una crescita nello scenario di base solamente dello 0,9% sia nel 2025 che nel 2026.
Le previsioni di EY e OE sull’Italia per quest’anno rimangono molto simili. Secondo EY, la crescita nel 2025 sarà supportata da una ripresa dei consumi privati (0,9%, con un contributo alla crescita di 0,5 punti percentuali); un contributo negativo sarà invece determinato dagli investimenti (-0,1 punti percentuali), e dalla domanda estera (-0,8 punti percentuali). Il contributo negativo della domanda estera è in parte anche il riflesso dell’incertezza commerciale attuale e prospettica. Nel 2026 si attende invece una crescita del PIL leggermente più solida (0,7%), con dinamiche simili a quelle viste per il 2025.
Nel complesso, al 2026 il PIL dell’Italia potrebbe segnare una riduzione cumulata fino a 1,1 punti percentuali a seguito delle politiche protezionistiche statunitense, che si accompagnerebbe a un rallentamento dell’inflazione a seguito della minore attività economica. Queste stime rimangono tuttavia soggette a un clima di forte incertezza internazionale, considerate anche le contrattazioni in corso in merito alle misure protezionistiche da parte degli Stati Uniti.