Manca meno di un mese alla scadenza dei termini per la presentazione dei progetti da finanziare con i 2,1 miliardi di euro che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina alle linee di investimento su rifiuti ed economia circolare.
Delle 548 domande presentate al 31 gennaio, spiega l’agenzia Invitalia, 426 riguardano la linea d’investimento da 1,5 miliardi di euro dedicata a comuni, enti d’ambito e gestori del servizio pubblico per migliorare la raccolta e il trattamento dei rifiuti urbani. Le proposte fatte pervenire al MiTE sono prevalentemente indirizzate all’avviso A, quello per la meccanizzazione della raccolta differenziata, che ha raccolto 288 domande, mentre l’avviso B per la realizzazione o ammodernamento di impianti di riciclo conta 84 domande. Sono invece 54 i progetti inviati in risposta all’avviso C per la costruzione o ammodernamento di siti per il recupero di frazioni critiche di rifiuto come fanghi da depurazione, tessili o prodotti assorbenti per la persona. Per tutti e tre gli avvisi le proposte si chiuderanno il prossimo 14 febbraio.
Sono invece 122 le domande fin qui presentate per l’accesso alla linea d’investimento da 600 milioni di euro destinata alle cosiddette ‘filiere flagship’ dell’economia circolare: 59 i progetti per il riciclo dei Raee e 22 quelli per il recupero di carta e cartone (entrambi gli avvisi con scadenza al 14 febbraio), 36 quelli per impianti innovativi di trattamento delle plastiche (scadenza al 18 febbraio) e 5 le domande di finanziamento per la realizzazione di ‘textile hubs’ per il riciclo degli scarti tessili (scadenza al 21 febbraio).
A preoccupare il Ministero, più che la natura delle domande, è la loro distribuzione territoriale. Sul totale delle proposte progettuali fin qui presentate, infatti, quelle elaborate nel dettaglio da Invitalia non rispondono per ora al vincolo 60-40 concordato con la Commissione Ue per la ripartizione delle risorse tra regioni del Centro-Sud e quelle del Nord, visto che al momento le prime contano 193 domande (il 53% di quelle elaborate) mentre le seconde 150. Tra le regioni in testa la Lombardia, con 57 proposte progettuali nell’ambito delle due linee di investimento, seguita da Toscana (33), Campania (25), Sicilia (24), Piemonte (21) e Lazio (20).
Le proposte presentate nell’ambito delle due linee d’investimento principali, si legge negli avvisi, “saranno oggetto di selezione e valutazione da parte di apposita Commissione che sarà nominata con successivo decreto ministeriale e sarà composta da 3 membri nominati dal MITE, 6 membri in rappresentanza di ISPRA ed ENEA, 4 membri indicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, e 2 membri in rappresentanza dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA).”.