Lo scenario congiunturale non è dei migliori per il settore, che deve affrontare diverse sfide, a cominciare dalla sintesi tra sostenibilità e competitività. Il comparto italiano della gomma-plastica non sta vivendo uno dei suoi momenti migliori, tra declino della produzione, elevati costi energetici, eccessiva regolamentazione e, non da ultimo, una pressione mediatica che non ha uguali nella sua storia.
In occasione dell’assemblea Federazione Gomma Plastica svoltasi a Milano sono state individuate diverse cause di questo periodo problematico:
- le crisi internazionali hanno avuto un impatto rilevante sul comparto: nel 2024 la produzione è scesa del -3,8% rispetto all’anno precedente e le esportazioni hanno perso l’1,25%”;
- l’applicazione del Green Deal europeo, pur perseguendo obiettivi condivisibili, impone vincoli eccessivamente rigidi senza un adeguato piano di transizione: la sostenibilità ambientale è importante, ma deve essere accompagnata da politiche industriali che supportino le imprese italiane nella transizione, senza metterne a rischio la competitività.
Secondo la Federazione è necessario un potenziamento degli investimenti europei e un dialogo costruttivo con la manifattura italiana per garantire una transizione sostenibile che non penalizzi la competitività delle imprese e tuteli i 160.000 lavoratori qualificati del settore.
Infine, per la Federazione è fondamentale difendere i settori della gomma e della plastica, pilastri strategici e trasversali a tutto il sistema manifatturiero italiano, di fronte alle sfide normative e di mercato. Le aziende energivore della gomma e della plastica sono particolarmente esposte a questa criticità, e per questo la Federazione chiede misure concrete per abbattere i costi dell’energia, agevolare lo sviluppo delle comunità energetiche e incentivare le fonti rinnovabili, garantendo così una base solida per la competitività industriale.