La Commissione europea ha presentato ieri a Bruxelles il piano Competitiveness Compass (una bussola per la competitività), in risposta alle raccomandazioni della relazione Draghi e agli appelli lanciati dal settore manifatturiero alle prese con una crisi strutturale che rischia di sfociare nella deindustrializzazione.
Per riprendere il passo con le altre grandi economie, il piano punta su tre grandi direttrici: innovazione, decarbonizzazione e sicurezza. Questi tre pilastri sono integrati da cinque attivatori trasversali: semplificazione normativa e amministrativa; rimozione degli ostacoli al mercato unico; mercato dei capitali capace di trasformare i risparmi in investimenti; maggiori competenze e posti di lavoro di qualità; coordinamento delle politiche a livello nazionale e dell’UE.
La bussola per la competitività concreta le eccellenti raccomandazioni della relazione Draghi in una tabella di marcia. C’é un piano, la volontà politica, ma servono rapidità e unità perché il mondo non aspetterà gli Stati membri che sono tutti d’accordo sul fatto che è il momento di passare all’azione.
Il piano Competitiveness Compass è stato accolto con favore dalle associazioni che rappresentano l’industria chimica, i produttori di plastiche e di bioplastiche, pur con alcuni distinguo.
Plastics Europe apprezza il riconoscimento del potenziale competitivo, ancora inesplorato, della circolarità e della necessità di catalizzare gli investimenti nel riciclo, ma esprime profonda preoccupazione per l’assenza di un approccio specifico per la plastica, il terzo materiale più utilizzato in Europa. Virginia Janssens, Managing Director di Plastics Europa afferma che la dura realtà è che gli impianti di produzione stanno già chiudendo in tutta Europa, portando alla delocalizzazione dell’industria, alla perdita di posti di lavoro e di investimenti sostenibili e a una crescente dipendenza dalle importazioni. Continua dicendo che sono necessari passi urgenti per ripristinare la competitività dell’industria europea delle materie plastiche e rimettere l’Europa sulla strada per arrivare primi nel mondo a una plastica circolare e a zero emissioni.
I produttori di bioplastiche, attraverso l’associazione European Bioplastics, chiedono un Piano d’azione industriale sui biopolimeri, che garantisca parità di condizioni per le plastiche biobased, biodegradabili e compostabili, andando oltre gli standard e le etichette. Ritengono inoltre indispensabili incentivi di mercato, come quelli recentemente introdotti negli Stati Uniti.
Favorevole all’iniziativa anche la federazione europea dell’industria chimica, Cefic, che ritiene il Competitiveness Compass un segnale importante lanciato dalla Commissione. Marco Mensink direttore generale di Cefic afferma che le richieste di quasi 1.300 leader industriali, unite nella Dichiarazione di Anversa, non solo sono state ascoltate, ma stanno trovando risposta. Ora si deve accelerare perché l’industria ha però già superato il punto di rottura. Per il bene del settore e dei 1,2 milioni di lavoratori che impiega direttamente, servono azioni urgenti e energia a prezzi accessibili. Si attendono con impazienza i prossimi passi verso il Chemicals Industry Package per riportare chiarezza, prevedibilità e fiducia nell’Europa e nella sua politica industriale, e soprattutto, negli investimenti nel nostro continente.