C.A.R.P.I – Consorzio Autonomo Riciclo Plastica
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CARPI

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Category: CARPI

C.A.R.P.I. a supporto della plastica al Convegno “Plastic Free?”

Lunedì scorso, 4 novembre 2019, insieme ad altri importanti attori del settore ambiente, C.A.R.P.I. ha partecipato come protagonista al convegno “Plastic Free? – Un punto di riflessione sul mondo della plastica e dell’industria, tra economia circolare, realtà e influenze dei media” a Voghera (PV).

C.A.R.P.I. è intervenuto con un intervento educativo ma allo stesso tempo tecnico: è stato spiegato ribadito che non è la plastica ad inquinare, ma la maleducazione di chi disperde i rifiuti nell’ambiente, sono stati posti dei punti di riflessione sul valore che la plastica ha e le sue caratteristiche peculiari, mostrando cos’è il riciclo meccanico dei rifiuti in plastica e che vantaggi porta; è stato più volte sottolineato il ruolo vitale che svolgono le aziende di questo settore, i concreti benefici che portano e il ruolo vitale che ricoprono all’interno dell’economia del paese, oltre che la maniera importante con cui contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi UE sul riciclo.

L’attenzione del pubblico è stata poi portata sulle notizie e le informazioni che oggigiorno circolano a proposito della plastica, indirizzandolo verso un approccio critico, concreto, razionale e cosciente nei confronti di ciò che ci viene detto e che spesso è ben lontano dalla realtà dei fatti.

  • 7 novembre, 2019
  • Ambiente, Aziende, CARPI, Comunicati, Consorzio, Italia, Normative, Notizie
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Ecomondo 2019: la partecipazione delle aziende C.A.R.P.I.

Quest’anno parteciperanno alla 23a edizione della Fiera Internazionale di ECOMONDO le seguenti aziende del C.A.R.P.I.:

 

GETECH SRL – Pad. C1 184

La Getech Srl nasce in scia alla Gennaretti Spa e può contare oggi su di una esperienza consolidata, grazie a 30 anni di ricerca, sviluppo ed applicazioni sul campo. E’ specializzata in: centrifughe, impianti a biogas, Impianti mobili di trattamento, ispessimento e disidratazione, lavori di dragaggio di sedimenti portuali e marini.

 

 MININI SPA – Pad. B1 155

Forte di quasi novant’anni di presenza sul mercato, la Minini Spa è una delle più importanti aziende italiane che commercializzano il Fibc (Flexible Intermediate Bulk Container) meglio conosciuto come Big Bag, un sistema di imballaggio, stoccaggio e trasporto innovativo, con grandi potenzialità di utilizzo nei più diversi settori. E’ specializzata in: contenitori di grandi dimensioni per la raccolta, contenitori di raccolta per rifiuti speciali, contenitori speciali per la raccolta differenziata, imballaggi, sacconi vari.

 

 SOGLIANO AMBIENTE SPA – Hall B5-D5 001

Grazie all’esperienza maturata a partire dal 1996 ed a professionisti altamente qualificati, Sogliano Ambiente offre soluzioni integrate per la gestione dei rifiuti e per le problematiche di igiene ambientale connesse. E’ specializzata in trattamenti biologici dei rifiuti, barriere di contenimento e idrauliche, compost, discarica; attrezzature e impianti, impianti di produzione di biogas da discariche e impianti di depurazione, recupero carta e cartone, recupero di rifiuti organici e biodegradabili, recupero legno, recupero metalli ferrosi, recupero metalli non ferrosi, recupero plastica.

 

 TREGENPLAST SRL – Pad. B1 027

Tregenplast Srl opera nel settore del recupero ecologico da molti anni, ed è specializzata nel recupero, selezione, rigenerazione e commercio di materie plastiche, in particolare polietilene e polipropilene, nonché materie prime seconde.

 

  • 30 ottobre, 2019
  • Ambiente, Aziende, CARPI, Comunicati, Eventi, Italia, Notizie
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Tutti contrari alla tassa sulla plastica

Come dare lavoro alle aziende straniere? Semplice: tassando ciò che è già tassato e che soprattutto non si conosce

 

Tutti lo hanno dichiarato che sono contrari a questa misura,  dimostrando e motivando il controsenso ed il danno di questa nuova tassa sulla plastica, dal Presidente del Consorzio C.A.R.P.I. Luciano Pazzoni, il segretario generale Marco Falcinelli (sindacato Filctem-Cgil), Massimo Covezzi (Presidente di Plastics Europe Italia), Luca Iazzolino (Presidente di Unionplast).

Sembra quasi che le tasse imposte dal nostro Stato servano per invitare le aziende italiane a chiudere, dando così spazio a quelle straniere.

Infatti, le aziende Italiane del settore imballaggi in plastica pagano già al CONAI il CAC (Contributo Ambientale Conai), che va dai dai 150 ai 546 euro a tonnellata, il quale serve per  ripartire tra produttori e utilizzatori il costo per i maggiori oneri della raccolta differenziata, per il riciclaggio e per il recupero dei rifiuti di imballaggi. Tali costi, sulla base di quanto previsto dal D.lgs. 152/06, vengono ripartiti “in proporzione alla quantità totale, al peso e alla tipologia del materiale di imballaggio immessi sul mercato nazionale”.

Con questa nuova tassa, oltre che affossare le aziende Italiane per gli infiniti motivi già esposti dai diversi rappresentati di settore, si darà ampio spazio di manovra alle aziende straniere, che grazie a questa nuova tassa saranno maggiormente competitive e potranno invadere tranquillamente il mercato italiano.

  • 16 ottobre, 2019
  • Ambiente, Aziende, CARPI, Comunicati, Italia, Normative
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End Of Waste: il Consorzio C.A.R.P.I. prende parte all’appello alle istituzioni per sbloccare il riciclo

Dopo aver già inviato preliminarmente una comunicazione direttamente al Ministro Costa, il Consorzio C.A.R.P.I. ha preso parte in maniera concreta e risoluta all’appello rivolto da 56 associazioni per sbloccare il riciclo dei rifiuti in Italia; tale appello è stato presentato sotto forma di conferenza stampa, la quale si è tenuta a Roma lo scorso giovedì 25 luglio, cui il C.A.R.P.I. ha partecipato.
A fronte di tutte le criticità e le incoerenze presenti dal punto di vista normativo e burocratico, oltretutto inasprite dagli ultimi provvedimenti legislativi emanati, il gran numero di consorzi e associazioni firmatarie dell’appello hanno presentato una proposta di emendamento per sbloccare il riciclo dei rifiuti, recependo l’art. 6 della nuova Direttiva UE 2018/851 (andando, nello specifico, a modificare l’art. 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152). A sostegno di ciò, e con l’obiettivo di presentare delle evidenze reali dei fatti trattati, il Circular Economy Network ha fornito un ulteriore documento, il quale racchiude al proprio interno dieci casi esemplificativi di blocco del riciclo dei rifiuti dopo l’approvazione della nuova norma dello “Sblocca Cantieri”.
Con la propria presenza e la propria voce il C.A.R.P.I. ha provveduto ad offrire il proprio contributo alla giusta causa, esprimendo il proprio punto di vista ed esponendo quelli che sono i maggiori problemi che ostacolano ed attanagliano lo storico lavoro delle aziende; a tal proposito, è stato più volte ribadito ai politici presenti all’evento di presentazione dell’appello di uscire dalla sfera concettuale ed utopistica dei libri e di “cominciare ad andare a vedere gli impianti, a capire come funzionano le cose nel concreto”, e che spesso vi è una distanza notevole e spesso incolmabile tra le visioni e l’azione delle norme e la realtà concreta dei fatti e dei problemi.
Ecco una sintesi di ciò che il C.A.R.P.I. e le altre associazioni firmatarie hanno avanzato ai rappresentanti delle istituzioni.

_____________________________________________________
Al Governo e al Parlamento
Le sottoscritte organizzazioni delle imprese italiane,

– considerato che l’economia circolare rappresenta una leva fondamentale per la tutela delle risorse naturali, poiché ne assicura l’utilizzo efficiente in un’ottica di sviluppo sostenibile, e contribuisce ai processi di de-carbonizzazione per il contrasto ai fenomeni dei cambiamenti climatici;

– considerato che l’economia circolare costituisce anche un importante driver strategico di politica industriale per il tessuto produttivo italiano, che ha già dato prova di rappresentare un’eccellenza a livello mondiale nella prevenzione e nel riciclo dei rifiuti, e produce importanti effetti positivi sul piano occupazionale;

– considerato che all’interno delle diverse tipologie di azioni richieste per la transizione all’economia circolare svolge un ruolo cruciale il meccanismo delle autorizzazioni regionali caso per caso per la cessazione della qualifica di rifiuto in quanto funzionale ai processi di riciclo in continua evoluzione e innovazione;

– viste le forti preoccupazioni per le gravi problematiche derivanti dal blocco sia dei rinnovi sia del rilascio delle nuove autorizzazioni per diverse tipologie e attività di riciclo di rifiuti in grado di alimentare sia impianti esistenti sia investimenti in ampliamenti, in modifiche e in nuovi impianti, con nuova occupazione;

– visto che l’intervento normativo contenuto nella legge n. 55 del 14 giugno 2019 di conversione del Decreto “Sblocca cantieri” in materia di cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) non ha risolto questa grave situazione limitandosi a salvaguardare le tipologie e le attività di riciclo previste e regolate dal DM 5 febbraio 1998 e successivi, escludendo quindi le numerose tipologie, provenienze, caratteristiche di rifiuti, attività di recupero e dei materiali che nel frattempo sono stati sviluppati;

– verificato che tale blocco investe la maggior parte delle tipologie di rifiuti e di attività di riciclo, creando un grave ostacolo allo sviluppo dell’economia circolare e generando concreti rischi, in diverse località, anche per la gestione di importanti quantità di rifiuti;

– visto che una corretta ed effettiva soluzione al problema, aperto da una sentenza del Consiglio di Stato dello scorso anno, è chiaramente contenuta nell’art. 6 della nuova Direttiva europea 2018/851 che prevede la possibilità – in assenza di decreti nazionali End of Waste che vanno accelerati portando con urgenza a buon fine quelli già istruiti – di affidare alle Regioni la competenza di integrare le autorizzazioni relative alla gestione dei rifiuti, caso per caso, con la cessazione della qualifica di rifiuto, nel pieno rispetto sia delle condizioni che dei criteri dettagliati, comuni per tutte le Regioni e non derogabili, precisamente definiti in tale articolo;

avanzano la richiesta di un nuovo provvedimento urgente che anticipi il recepimento della nuova direttiva con il testo del citato art. 6, rafforzato con l’istituzione di un registro nazionale, accessibile e controllabile, dove siano raccolte tutte le autorizzazioni regionali End of Waste.

 

I firmatari dell’appello:
Confindustria, Circular Economy Network, CNA, FISE Unicircular, FISE Assoambiente, Confederazione Italiana Agricoltori, Confartigianato Imprese, Confcooperative, Legacoop produzione e servizi, Cisambiente, Federchimica, Federacciai, Federazione Gomma Plastica, Assomineraria, Conai, Conou, Ecopneus, Confederazione libere associazioni artigiane italiane, Green economy network di Assolombarda, Utilitalia, Casartigiani, Confapi, Assovetro, Confagricoltura, Consorzio Italiano Compostatori, Ecotyre, Cobat, Consorzio Ricrea, Anco, Aira, Greentire, Assobioplastiche, Ascomac Cogena, Ecodom, Amis, Comieco, Assocarta, Federazione carta e grafica, Centro di coordinamento RAEE, Siteb, Assorem, FIRI, Federbeton, Aitec, Conoe, Corepla, Federesco, Angam, Centro di coordinamento nazionale pile e accumulatori, Ucina – Confindustria Nautica, Assofond, Consorzio C.A.R.P.I., Assofermet, AGCI-servizi.

  • 5 agosto, 2019
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Contributo Ambientale Conai (CAC): nuovo aumento da gennaio 2020

Il Consiglio di Amministrazione di Conai, dopo aver valutato le richieste dei consorzi di filiera Comieco, Corepla e Rilegno, ha stabilito un nuovo aumento dal 1° gennaio 2020 per il Contributo Ambientale (CAC) versato dai produttori e distributori di imballaggi in carta, plastica e legno.

Per quanto riguarda gli imballaggi in plastica:

– Il Contributo Ambientale medio passerà da 263 a 330 euro per tonnellata (incremento imputato all’aumento del 12% della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica nell’ultimo anno, che ha impattato sui costi di sistema).

– Resteranno in vigore le quattro fasce contributive introdotte a gennaio di quest’anno, riformulate – spiega Conai – “per portare a regime un processo di diversificazione che le renda più coerenti con l’effettiva selezionabilità e riciclabilità degli imballaggi allo stato delle tecnologie attuali” (gli aumenti colpiranno solo gli imballaggi più difficili da riciclare). In particolare,

– resteranno invariate le prime due fasce: la fascia A continuerà a riguardare imballaggi con una filiera di selezione e riciclo efficace e consolidata da circuito commercio&industria, con un contributo ambientale pari a 150 euro/ton. La fascia B1 resterà dedicata a imballaggi con una filiera di selezione e riciclo efficace e consolidata da circuito domestico, con un contributo di 208 euro/ton.

– La fascia B2, invece, diventerà quella dedicata a imballaggi con una filiera di selezione e riciclo in fase di consolidamento e sviluppo, sia da circuito domestico che da commercio&industria, e il relativo contributo ambientale sarà di 436 euro/ton. Rientrano in questa nuova fascia, per esempio, le borse riutilizzabili (con alcune eccezioni), gli erogatori meccanici, le etichette coprenti e non coprenti, gli imballaggi flessibili in PE e PP monomateriale o multistrati PE/PP (diversi da quelli di Fascia A), seminiere e cassette alimentari in EPS destinate al circuito C&I, tappi, chiusure e coperchi rigidi diversi da quelli di fascia A e alcuni contenitori rigidi in PP monopolimero o HDPE monopolimero di colore diverso dal nero.

– La fascia C, quella degli imballaggi non selezionabili o riciclabili allo stato delle tecnologie attuali, vedrà il contributo aumentare da 369 a 546 euro a tonnellata.

  • 5 agosto, 2019
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A Matera si chiude positivamente l’assemblea annuale del Consorzio C.A.R.P.I.

Si è chiusa il 24 maggio scorso, l’assemblea generale annuale del Consorzio C.A.R.P.I. (Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia), a Matera, con grande soddisfazione da parte del Presidente del Carpi Pazzoni Luciano e del Direttore Generale Mozzato Alfeo sia per il gran numero di partecipanti sia per i segnali positivi che sono emersi.

L’assemblea ha provveduto ad eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione, riconfermandone i precedenti componenti: Malaspina Simona della Plastipol Srl di Tagliolo al Monferrato  (AL), Moramarco Vincenzo della Ecodesign Srl di Matera, Lanfranchi Federico della Poliplast Spa di Casnigo (BG), Curti Luigi della Fabiplast Snc di Cerrione (BI), Pazzoni Luciano della B&P Recycling Srl di San Daniele Po (CR), Minini Sebastiano della Minini Imballaggi Spa di Verolanuova (BS); il Consiglio di Amministrazione si riunirà in tempi brevi per eleggere il presidente e il vice-presidente del C.A.R.P.I. .

Oltre al grande numero di ospiti presenti, l’assemblea ha avuto l’onore di ricevere e trasmettere diversi saluti che sono pervenuti dalle istituzioni romane, tra cui quelli dell’On.le Elena Lucchini, capogruppo Lega in Commissione Ambiente della Camera, e l’On.le Alessandro Manuel Benvenuto, Presidente dell’ VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici.

Tra le illustri presenze, il Consorzio ha avuto il piacere di accogliere alcune importanti personalità, tra cui l’avv. Daniele Carissimi, in rappresentanza e consulente giuridico del Sottosegretario di Stato On.le Vannia Gava, e l’avv. Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera; entrambi gli ospiti hanno espresso chiaro sostegno alle aziende del riciclo italiano per la loro storicità ed il grande contributo che stanno offrendo al paese.

Il sindaco di Matera ha dichiarato che è stato un onore poter contare su un gruppo di imprenditori così numeroso, appartenenti ad un settore di così gran rilievo ed attualità, oltre che storicità, aggiungendo anche che Matera, con grande orgoglio per le aziende del C.A.R.P.I, per un giorno è divenuta anche “città del riciclo”.

Con i loro interventi, entrambi gli ospiti hanno sottolineato di come le aziende di questo settore debbano essere supportate  per i benefici ambientali che apportano ma il tutto deve passare per forza attraverso  una buona conoscenza e cultura del settore ed una corretta informazione che sono alla base di qualsiasi azione risolutiva. Sentiamo spesso ribadire, a proposito di Economia Circolare, che “se non la puoi misurare, non la puoi gestire” (“If you can’t measure it, you can’t manage it”): in senso più generale, senza prima valutare e analizzare la conoscenza, l’esperienza e la comprensione di determinate problematiche, ci sarà sempre impossibile apportare soluzioni mirate ed efficaci, e che soprattutto tengono conto di tutto il background che ne sta alla base.

A conclusione del suo intervento, l’avv. Carissimi ha dichiarato che l’Economia Circolare è ancora solo sulla carta, ma che fortunatamente si può contare sulla presenza delle aziende, che, a dispetto dei teorici, portano a casa i risultati.

L’augurio di ambedue queste persone è stato come una benedizione per gli imprenditori presenti. Gli imprenditori del C.A.R.P.I. stati onorati di tutte queste illustri presenze di membri delle istituzioni, e ancor più onorati e fieri di aver ricevuto da tutti parole di supporto e di vicinanza alle aziende e al settore.

A conclusione dell’assemblea è seguito un momento di convivialità e festeggiamento al termine  del quale le aziende del Carpi, rafforzando la loro cooperazione e l’agire come squadra, si sono date appuntamento a Venezia 2020 per la prossima assemblea.

 

 

  • 29 maggio, 2019
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Corte UE: anche gli inceneritori rientrano nella gerarchia per la gestione dei rifiuti

Dopo cinque anni ha finalmente termine il lungo iter di ricorso portato avanti da alcune associazioni cappeggiate dal “Movimento legge rifiuti zero per l’economia circolare” contro il DPCM attuativo dell’art. 35 dello “Sblocca Italia”, il quale prevede un contestato potenziamento degli inceneritori come elemento per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Nel 2018 il tar ha passato la palla alla Corte di Giustizia Ue e oggi è giunta la sentenza.

I principali punti sollevati in tribunale sono due:

  1. Riguardo l’interpretazione della direttiva sui rifiuti (2008/98/CE), i comitati chiedevano se fosse coerente attribuire agli   inceneritori – o meglio ai termovalorizzatori, in quanto prevedono recupero di energia – individuati dal Dpcm il valore   di “infrastrutture di interesse nazionale” alla luce della gerarchia europea per una corretta gestione dei rifiuti. A tal proposito la Corte di giustizia Ue, all’interno della sentenza, riporta anzitutto integralmente la gerarchia dei rifiuti, contenuta nell’art. 179 del TUA, la quale è composta nell’ordine da prevenzione, preparazione per il riutilizzo,   riciclaggio, recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia (fattispecie in cui ricadono anche i   termovalorizzatori), smaltimento. Con ciò, la Corte ha ribadito che tutte queste opzioni sono ricomprese nella gerarchia   e che, nell’applicarla, «gli Stati membri adottano misure volte a incoraggiare le opzioni che danno il miglior risultato   ambientale complessivo. A tal fine può essere necessario che flussi di rifiuti specifici si discostino dalla gerarchia   laddove ciò sia giustificato dall’impostazione in termini di ciclo di vita in relazione agli impatti complessivi della   produzione e della gestione di tali rifiuti».
  2. Riguardo l’interpretazione della direttiva Vas (2001/42/CE), le associazioni chiedevano se fosse corretto stabilire il   potenziamento di questa infrastruttura senza una preventiva Valutazione ambientale strategica. In riferimento a questo quesito, la Corte di giustizia Ue afferma chiaramente che «una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, costituita da una normativa di base e da una normativa di   esecuzione, che determina in aumento la capacità degli impianti di incenerimento dei rifiuti esistenti e che prevede la   realizzazione di nuovi impianti di tale natura, rientra nella nozione di «piani e programmi», ai sensi di tale direttiva,   qualora possa avere effetti significativi sull’ambiente e deve, di conseguenza, essere soggetta ad una valutazione   ambientale preventiva».
  • 15 maggio, 2019
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Una ricerca dall’Università di Plymouth sulla biodegradabilità dei sacchetti

Una ricerca dell’Università inglese di Plymouth, pubblicata sulla rivista Environmental Science & Technology,  nella quale sono stati per la prima volta confrontati i comportamenti (in particolare, i deterioramenti) di cinque tipi di borse della spesa in determinati ambienti e condizioni: tale ricerca ha evidenziato che nessuna busta usa e getta della spesa si degrada completamente né rapidamente nell’ambiente. Il professor Richard Thompson, tra gli autori dello studio e direttore dell’International Marine Litter Research Unit, ha condotto con il suo team delle prove su sacchetti comunemente distribuiti nei negozi di Plymouth e hanno concluso che nessuno di essi, compresi i sacchetti compostabili, si è deteriorato in modo affidabile in tre anni per offrire loro vantaggi ambientali rispetto alle borse convenzionali.

Thompson e il suo team hanno testato cinque tipi di borse per la ricerca:

– un sacchetto compostabile

– un sacchetto biodegradabile

– un sacchetto convenzionale di polietilene ad alta densità

– due tipi di sacchetti oxodegradabili (prodotta da idrocarburi e addizionata con sostanze che ne favoriscono la frammentazione in tempi brevi).

Le buste erano state esposte alle condizioni ambientali in tre siti diversi, con un test nel terreno, all’aperto e nell’acqua:

– Per il test del terreno nel giardino dell’università, i campioni furono sepolti pochi centimetri di profondità.

– Per il test di esposizione all’aperto, i campioni sono stati posizionati su un muro nel giardino con esposizione a sud.

– Per il test marino, i campioni sono stati immersi più di tre metri sotto la superficie dell’acqua del porto di Plymouth.

– Un quarto sito è stato impostato in laboratorio come test controllo.

Per la realizzazione del progetto, alcune buste sono state tagliate a strisce e collocate in sacchetti di rete, esposte agli elementi esterni in ognuno dei tre diversi siti di test; sono stati utilizzati anche sacchetti interi in ciascuna delle posizioni di prova.

I campioni sono stati esposti ai diversi elementi il 10 luglio 2015 e ispezionati regolarmente per rilevare segni di perdita superficiale, fori o disintegrazione, oltre che per misurare la resistenza alla trazione (ovvero con quale facilità si sono rotti sotto tensione).

Dopo tre anni da quel lontano 10 luglio 2015 le sacche sono state recuperate e si sono potuti osservare i primi risultati su come si sono comportati i diversi materiali nelle diverse condizioni:

– In mare, la borsa compostabile è scomparsa in tre mesi. Al porto di Plymouth, tutte le borse e le strisce reattive si erano ricoperte da uno strato biologico di microbi dopo un mese.

– All’aria aperta, nel giardino, tutti i sacchetti e le strisce reattive erano diventati troppo fragili per essere ulteriormente testati o si erano disintegrati in microplastiche dopo nove mesi.

– Nel terreno del giardino, i sacchi sono rimasti intatti. Sebbene la borsa compostabile sia sopravvissuta nella sua forma originale per 27 mesi, non è stata in grado di reggere alcun peso senza  strapparsi.

“Complessivamente – si legge nella ricerca – i nostri risultati mostrano che per nessuna delle buste scelte per la ricerca si può essere certi che mostri un sostanziale deterioramento in un periodo di tre anni in tutti gli ambienti. Non è quindi chiaro se le formule oxo-biodegradabile o biodegradabile forniscano tassi di deterioramento sufficientemente avanzati da essere vantaggiosi, al fine di ridurre la spazzatura marina, in confronto alle buste convenzionali“.

Imogen Napper, a capo del team di ricerca, a proposito delle plastiche biodegradabili ha dichiarato: «Mi sono meravigliata molto nel constatare che dopo tre anni queste buste potevano ancora trasportare la spesa». Classificate come biodegradabili, «ci si aspetta automaticamente che si degradino in un tempo molto minore rispetto alle buste tradizionali. Ma le nostre ricerche dimostrano che non è questo il caso». E questo, chiarisce il quotidiano The Guardian, mostra che «non ci sono prove che l’introduzione di questi sacchetti porti davvero dei vantaggi nella lotta all’invasione di plastica nel mare».

Ulteriori dubbi sono stati infine sollevati dal professor Richard Thompson, il quale ha chiesto l’introduzione di standard internazionali più precisi: «Abbiamo dimostrato che i materiali testati non presentano nessun vantaggio concreto, rilevante e affidabile nel contesto dei rifiuti marini. Mi preoccupa invece che questi nuovi materiali rappresentino inoltre una sfida nel processo di riciclo».

  • 2 maggio, 2019
  • Ambiente, CARPI, Mondo, Notizie, Ricerca
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Chiarimenti sul credito d’imposta per gli acquisti di prodotti in plastica riciclata, o imballaggi compostabili o riciclati

Il 10 aprile scorso l’Agenzia delle Entrate, con la diffusione della circolare n° 8/E, è andata a chiarire alcuni punti della Legge di bilancio 2019 (145/2018), tra i quali il credito d’imposta per gli acquisti di prodotti in plastica riciclata, o imballaggi compostabili o riciclati.

Il comma 73 riconosce, per gli anni 2019 e 2020, un credito d’imposta nella misura del 36 % delle spese sostenute dalle imprese per gli acquisti di prodotti realizzati con materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica e di imballaggi biodegradabili e compostabili, secondo la normativa UNI EN 13432:2002, o derivati dalla raccolta differenziata della carta e dell’alluminio.

Ai sensi del comma 74, il credito d’imposta in questione è riconosciuto fino a un importo massimo annuale di euro 20.000 per ciascun beneficiario, nel limite massimo complessivo di un milione di euro annui per gli anni 2020 e 2021.

La definizione dei requisiti tecnici e delle certificazioni idonee ad attestare la natura ecosostenibile dei prodotti e degli imballaggi secondo la vigente normativa europea e nazionale, nonché dei criteri e delle modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta, è stata rimessa ad un decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze), però fino ad oggi non è stato ancora pubblicato.

Il credito d’imposta è inoltre indicato nella dichiarazione dei redditi relativa all’annualità del relativo riconoscimento; esso non concorre alla formazione del reddito, né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive. Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione a decorrere dal 1° gennaio del periodo d’imposta successivo a quello in cui sono stati effettuati gli acquisti dei prodotti, e non è soggetto al limite di cui al comma 53 dell’articolo 1 della legge n. 244 del 2007.

  • 18 aprile, 2019
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Getech Srl a BAUMA 2019

Alla 32^ edizione della fiera BAUMA sarà presente anche Getech Srl di Jesi (AN), consorziata C.A.R.P.I., specialista di sistemi centrifughi; l’azienda è cresciuta gradualmente ma costantemente negli ultimi anni, fino a diventare una delle più importanti realtà produttive ed un apprezzato partner commerciale sia in Italia che all’estero.

Getech Srl è in grado di offrire una ampia selezione impiantistica, servizi sempre più innovativi e modellati sulle esigenze specifiche dei clienti, garantendo elevati standard qualitativi.

L’evento BAUMA 2019 si terrà presso l’area fieristica di Messegelände (Monaco di Baviera) dall’ 8 al 14 aprile 2019. Si tratta della fiera mondiale leader per macchine edili, costruzione, industria estrattiva miniera, ottenimento e procedure delle materie prime, produzione materiali di costruzione, fornitori componenti e servizi.

 

Getech Srl sarà felice di accogliere i visitatori presso il proprio stand durante l’evento fieristico.

 

Indirizzo evento: New Munich Trade Fair, Messegelände 81823 Monaco di Baviera

Stand Getech Srl: Hall C2.301

Link homepage evento: https://www.bauma.de/

Link diretto espositore Getech Srl: https://exhibitors.bauma.de/?id=29&tx_nfmedb_exhibitors%5Bparams%5D%5BobjId%5D=810051&tx_nfmedb_exhibitors%5Baction%5D=detail&tx_nfmedb_exhibitors%5Bcontroller%5D=Exhibitors&L=1&cHash=5e01f2aedb5b5598a3162e2ccebe9f4e

  • 4 aprile, 2019
  • Aziende, CARPI, Comunicati, Consorzio, Europa, Eventi, Mondo, Notizie
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